Ah che trauma la sveglia, facciamo finta di aver dormito bene, è meglio. Colazione, raccolta delle ultime cose da portare via e andiamo.
Oh guarda i girasoli, ma allora ci sono! L’ultima volta che sono passata da queste parti ce n’era solo uno qui e uno là in un paio di campi, probabilmente dove prima li coltivavano. Ecco i campi con pochi sparuti girasoli ci sono ancora, idea di prenderne un paio al ritorno.
Arrivati nei pressi del porto, troviamo una coda che non finisce più, ci sono dei lavori in corso e la quantità di auto che vedo davanti a noi mi sgomenta. Dobbiamo imbarcarci alla darsena toscana est, prendiamo la deviazione corrispondente e con incredula felicità, vediamo che la coda rimane sull’altra strada, via libera. Siamo arrivati circa un’ora e un quarto prima della partenza, mi aspettavo fila e invece siamo tra i primi. Saliti sul traghetto facciamo una gran fatica a trovare posto, meno male che siamo stati tra i primi a imbarcarci. Poche persone hanno occupato un gran numero disposti e a disposizione ce ne sono anche pochi.
Via, si parte. Piano piano le persone si spostano, per fortuna, prima cambiamo posto e poi ci facciamo largo, adesso abbiamo un divanetto tutto per noi e siamo comodi.
C’è chi inganna il tempo sul pullman ricamando paillette sulle mutande e chi cuce assieme petali di rosa, in stoffa, sulla nave. La prima è la mia amica, la seconda sono io. Otto ore da far passare sono tante dovrò pur ingannare il tempo in qualche modo. Mi sgranchisco le gambe andando a fare un giretto fuori sul ponte, cibo e poi un caffè sulla nave. Abbiamo preso le maglie per coprirci i caso di aria condizionata troppo fredda, ma per questa volta non ce n’è bisogno, anzi, ho caldo.
Ho cucito petali in quantità, sono decisamente sufficienti per terminare la gonna da indossare per le prossime esibizioni, quella delle rose blu. Ho portato anche dei petali rosa, cucirò anche alcuni di quelli per arricchire anche l’altra gonna.
Un annuncio invita chi ha le cabine a sgombrarle in attesa dello sbarco, ci siamo quasi. Leggo i miei desideri e mi preparo. Scesi a Olbia imposto il navigatore per Palau dove prendiamo il traghetto per la Maddalena. Prima di partire chiamo la signora dell’appartamento che si farà trovare all’arrivo. Pronta a fare le riprese lungo il tragitto, ma arrivati davanti all’Isola di Santo Stefano ci rimango male. Lì alla base del villaggio di solito si vede una pozza d’acqua di un azzurro intenso che spicca alla base dell’isola, ma arrivati al punto che attendevo niente azzurro scintillante. Già, è ormai sera, il sole è basso, evidentemente i colori non brillano più come di mattina e pomeriggio, avrò modo di rifarmi.
A causa del senso unico la strada per arrivare è un tantino tortuosa, ma ala fine siamo piuttosto vicini al centro. L’appartamento è perfetto, camera matrimoniale, soggiorno e bagno con tanto di vasca, c’è tutto, sembra più una casa abitabile che un appartamento per le vacanze, sono davvero sorpresa in positivo, molto. […]
[…]Intanto andiamo a fare un giro in centro e soprattutto a mangiare!
È proprio vero, in cinque minuti a piedi arriviamo in centro, ah la piazza, riconosco il posto, le bancarelle, i negozi ed eccola la nostra paposceria. Mi sono spostata perché pensavo di sentire il caldo che usciva dalla porta e invece dentro hanno il climatizzatore, è proprio caldo e basta. Quasi tutti i locali hanno tv o schermi fuori, son tutti a guardare la partita.
Facciamo una passeggiata e poi a casa. C’è un gran caldo, non si resiste, meno male che c’è l’aria condizionata in tutte le stanze l’accendiamo per dormire.