Quando mi metto in testa una cosa…
sono anni che ho in casa un darbuka, uno di quelli semplici, senza decorazioni, il minimo indispensabile. Semplice ma funzionale, insomma, fa il suo dovere.
Anni fa acquistai un dvd con la spiegazione della tecnica base e qualche ritmo. Fino ai primi esercizi tutto bene, ad un certo punto i neuroni e le dita non riuscivano più capirsi e ho in parte accantonato l’idea. Non del tutto però, forse non era il momento giusto.
Da diversi mesi ho ripreso il mio amato darbuka e ho ricominciato a darci di Dum Tek e ka e qualche cosa è uscito fuori. Il materiale a disposizione per poter imparare è cresciuto e prova e riprova ho fatto discreti miglioramenti.
Il dramma è che una volta imparata una cosetta vedi che ce ne sono altre mille e quelle semplici non ti bastano più, vuoi fare quelle difficili, perchè il darbuka è il darbuka, se ti appassioni è come la danza, ti prende e vuoi fare sempre un passetto in più.
Dopo aver fatto gli occhi languidi e aver perso sospiri dietro al darbuka dei miei sogni alla fine me lo sono comprato, è mio. Mi ha fatto penare ma ora è nelle mie mani e con uno strumento così adesso devo imparare per forza tirarne fuori qualcosa di buono. Strada da fare ce n’è, intanto ho ottenuto qualche risultato con la tecnica “splitted finger”, essì perchè la tecnica turca e araba mica è la stessa, si scoprono un sacco di cose.
Mentre continuo ad allenarmi con i finger rolls, il tremolo, l’effetto pioggia battente, continuo a indagare e scopro che c’è molto, molto di più. Insomma, c’è da studiare parecchio.