Tutti gli articoli di Renata Bandelloni

Vibrazione diaframmatica – flutter

La vibrazione diaframmatica (flutter) è eseguita contraendo e rilasciando velocemente il diaframma. E’ un tipo di contrazione diversa da quella dei muscoli addominali. Infatti, in questo caso, il movimento non è causato da una vera e propria contrazione muscolare, ma dal diaframma.

Nel video sotto potete vedere un breve esempio di flutter al minuto 0’06” – 0′,07”

La contrazione del diaframma è simile a quella che si ha, ad esempio, quando si ride o si ha il singhiozzo. Per imparare ad eseguire il flutter, ci si può esercitare inspirando ed espirando molto velocemente come se si avesse l’affanno. Questo però solo un esercizio, mentre si esegue il movimento non si deve vedere l’effetto “affanno”, anzi, una volta imparato a gestire il movimento del diaframma, si riesce ad eseguire la vibrazione in modo più controllato se la si effettua in apnea.

Nel video sotto un esempio di flutter al minuto 2’14”, la ripresa è da lontano, le frange coprono e non si vede troppo bene.


Un altro modo per poter riuscire ad individuare e controllare il diaframma, è quello di pensare alla sensazione che si ha alla base dello sterno, quando si ha il singhiozzo o quando si ride con trasporto.

Tratto da: “Movimenti e Figure – manuale di danza del ventre

12 luglio 2016 – Isola di Santa Maria

[…]Arriviamo all’isola e alla spiaggia di Santa Maria, un scorcio di mare dall’azzurro infinito, meraviglia. Riusciamo a conquistare subito un angolo all’ombra di una pianta dove mettere le nostre e trovare riparo dal sole e ci godiamo questa fantastica spiaggia dal mare incantevole. Fare il bagno qui è d’obbligo, in granelli di sabbia brillano nell’acqua. Arrivano altre barche e la spiaggia si riempie.

Ce l’abbiamo fatta, obiettivo raggiunto. Siamo risaliti prima sulla barca e siamo riusciti a conquistare due posti a sedere sul piano superiore che è aperto e che permette di avere una buona visuale, la prossima tappa è Le Piscine e le voglio vedere bene. Che meraviglia questa spiaggia, adesso che sono o quasi, risaliti sulle barche la si può apprezzare al meglio.

Nel frattempo arriva la pasta: pennette con un sughetto di pomodoro, cozze e gamberetti, leggermente piccante, buonissime e arriva anche il bis. I vicini di tavolo ci offrono il pane. Siamo tantissimi e l’equipaggio è stato eccezionale nell’organizzarsi per servire tutti nel migliore dei modi. Questo sì  che è un ristorante con vista.[…]

Open day alla Fenix con Danza del ventre. 1 Settembre 2016, Le Bocchette, LU

2015renataRedSi ricomincia da qui! Signore e signorine e chiunque voglia partecipare a una lezione di prova gratuita di danza del ventre, questa è l’occasione che stavate aspettando.
Giovedì 1 settembre la Fenix, apre a tutti per mostrare e far provare le proprie attività. La serata inizierà alle 18:00, attorno alle 20:00 sarà offerto un apericena a tutti i presenti e dalle 21:00 alle 21:30 una breve ma intensa lezione di prova di danza del ventre con Renata Bandelloni. A seguire ancora lezioni di pilates e non solo.

Muovi il corpo,  libera la mente, ho appena coniato il mio nuovo slogan.

Ti aspetto alla Fenix, il giorno 1 settembre 2016, a partire dalle ore 21:00 in via dei Fabbri 1, Le Bocchette LU.

La foto di copertina è di Marco Pasquini.

12 luglio 2016 – gita alle isole: andata

[…]Oggi non camminiamo, lo abbiamo fatto abbastanza ieri, oggi gita in barca alle isole. Arriviamo a piedi al punto d’imbarco, l’azzurro dell’acqua del porto mi stupisce ogni volta. Quando la barca arriva da Palau c’è già parecchia gente sopra e molta è qui ad aspettare, troppa. Infatti non possiamo salire sopra perché  non c’è  più  posto, dobbiamo accomodarci sotto, dai finestrini si vede poco e dobbiamo rimanere seduti o la barca si inclina, l’inizio è una delusione, io mi ero immaginata la vista meravigliosa da ammirare e da riprendere con la telecamera.

Durante il tragitto riusciamo ad uscire e a trovare un angolino all’esterno, a prua, la vista da qui è migliore. Il capitano ci dice che già da stasera il vento comincerà ad alzarsi,domani ci sarà maestrale e domani l’altro non usciranno neppure perché il vento raggiungerà  i quaranta nodi. Dovrò controllate la mappa per capire in quali spiagge sarà possibile andare. Ci dice che le dune di Baia Trinita sono state create proprio dal maestrale, adesso ho capito qual è la direzione  del vento.

Il capitano ci dice che il caratteristico colore della Spiaggia Rosa, che dopo numerosi anni sta ritornato, è dovuto ai microrganismi che vivono attaccati alla poseidonia, la stessa che circonda la zona delle Piscine Naturali e ne ossigena l’acqua. Ecco, improvvisamente la poseidonia mi sembra davvero un’alga utile.[…]

11 luglio 2016 – La Maddalena: Testa del Polpo, isola di Giardinelli

[…]Andiamo a cercare La Testa Del Polpo, cartina e navigatore fanno il loro lavoro egregiamente, andiamo. Troviamo una strada sterrata, ci fermiamo al parcheggio e proseguiamo a piedi. Non è stata un’ottima scelta, c’è ancora un bel pezzo da fare a piedi e le auto sono ancora molto più avanti.

Si intravedono delle scie d’azzurro meravigliose, ma sì è proprio qui. Da non credere, prima ci siamo fermati lungo la strada a guardare il panorama, ho visto una chiazza di azzurro meraviglioso nell’insenatura di un’isoletta di fronte a Cala Garibaldi, mi sono ripromessa di controllare cosa fosse, bellissimo, ed è proprio qui dove pensavo di venire subito dopo, quando si dice i casi della vita!

Ci sono diverse spiaggette, insenature, tutte bellissime, l’Isola di Giardinelli è una vera e propria scoperta. Arriviamo a destinazione e proviamo a mettere a terra l’ombrellone, che questa  volta abbiamo preso, l’impresa è ardua, il vento è insidioso. Una coppia di ragazzi ci offre le pietre che avevano preso per tenere fermo il loro ombrellone, aggiunte alle nostre funziona. Ne apprezziamo subito l’utilità, l’ombra è una graditissima ospite.

Anche da qui venire  via è un dispiacere, lascio questi posti e già  mi mancano, e già  vorrei tornarci, non ci posso fare niente, è così.

[…]Usciamo per fare un giro in centro, prendiamo un accendino per la cucina e soprattutto acquistiamo i biglietti per fare il giro delle isole. Comprandoli oggi per domani abbiamo anche lo sconto, perfetto. La signora ci fa morire dal ridere, è troppo simpatica[…]

11 luglio 2016 – La Maddalena: Cala Coticcio

[…]Prendo la posizione con il navigatore per ritornare e via. Ah ecco il ponte delle meraviglie, superare il punto più alto e ammirare la vista che si apre è sempre un’emozione. La prima strada presa ci porta alle spiagge, ma oggi la meta è un’altra, torniamo indietro e prendiamo quella giusta. Ah eccoli i colori che cercavo, dall’alto si vede il panorama sull’arcipelago con le sue cale e quell’azzurro da togliere il fiato. Ecco l’inizio del sentiero, ci sono già molte auto. Cosa sono  queste nuvolette? Solo foschia passeggera spero.

Per praticità rinunciamo all’ombrellone e a parte del cibo, ci prendiamo solo il melone. Che caldo, é una faticaccia, incontriamo alcune persone che stanno tornando via. Ecco la freccia di pietre che vede solo chi sa che c’è, e finalmente Cala Coticcio, ma è solo la prima spiaggia, c’è molta gente e tanta confusione, eh sì forse venire a giugno era meglio, ma siamo qui ed è bellissimo.

Ancora uno sforzo, ci arrampichiamo ancora ed eccola, la seconda spiaggia, meraviglia assoluta, incredibile.

Le nuvole sono andate via, ce n’è una piccola a fare da capello a una roccia, ma se ne sta andando, i colori dell’acqua sono indescrivibili, vanno visti, limpida, trasparente, azzurra con qualche vaga traccia di verde, ci sono moltissimi pesci.

Dopo esserci goduti a pieno Tahiti,  così viene anche detta Cala Coticcio, riprendiamo le nostre cose e ci incamminiamo sulla via del ritorno, come sempre mi dispiace venire via.

Il  caldo che c’è a salire è inenarrabile, stanchezza  e fame, incontriamo diverse  persone che vanno nel senso opposto, qualcuna ci chiede indicazioni. Torniamo all’auto distrutti, andiamo verso una delle pinete e ci fermiamo a mangiare  i nostri panini li. Relax all’ombra e più  tardi ripartiamo per la prossima tappa.[…]

10 luglio 2016 – partenza per La Maddalena

Ah  che trauma la sveglia, facciamo finta di aver dormito bene, è meglio. Colazione, raccolta delle ultime cose da portare via e andiamo.

Oh guarda i girasoli, ma allora ci sono! L’ultima volta che sono passata da queste parti ce DSCN5873n’era solo uno qui e uno là in un paio di campi, probabilmente dove prima li coltivavano. Ecco i campi  con  pochi sparuti girasoli ci sono ancora, idea di prenderne un  paio al ritorno.

 

Arrivati nei pressi del porto, troviamo una coda che non finisce più, ci sono dei lavori in corso e la quantità  di auto che vedo davanti a noi mi sgomenta. Dobbiamo imbarcarci alla darsena toscana est, prendiamo la deviazione corrispondente e con incredula felicità, vediamo che la coda rimane sull’altra strada, via libera. Siamo arrivati  circa un’ora e un quarto prima della partenza, mi aspettavo fila e invece siamo tra i priDSCN5875.JPGmi. Saliti sul traghetto facciamo una gran fatica a trovare posto, meno male che siamo stati tra i primi a imbarcarci. Poche persone hanno occupato un gran numero disposti e a disposizione ce ne sono anche pochi.

Via, si parte. Piano piano le persone si spostano, per fortuna, prima cambiamo posto e poi ci facciamo largo, adesso abbiamo un divanetto tutto per noi e siamo comodi.

C’è  chi inganna il tempo sul pullman ricamando paillette sulle mutande e chi cuce assieme petali di rosa, in stoffa, sulla nave. La prima è la mia amica, la seconda sono io. Otto ore da far passare sono tante dovrò pur ingannare il tempo in qualche modo. Mi sgranchisco le gambe andando a fare un giretto fuori sul ponte, cibo e poi un caffè sulla nave. Abbiamo preso le maglie per coprirci i caso di aria condizionata troppo fredda, ma per questa volta non ce n’è bisogno, anzi, ho caldo.

Ho cucito petali in quantità, sono decisamente sufficienti per terminare la gonna da indossare per le prossime esibizioni, quella delle rose blu. Ho portato anche dei petali rosa, cucirò anche alcuni di quelli per arricchire anche l’altra gonna.
Un annuncio invita chi ha le cabine a sgombrarle in attesa dello sbarco, ci siamo quasi. Leggo i miei desideri e mi preparo. Scesi a Olbia imposto il navigatore per Palau dove prendiamo il traghetto per la Maddalena. Prima di partire chiamo la signora dell’appartamento che si farà trovare all’arrivo. Pronta a fare le riprese lungo il tragitto, ma arrivati davanti all’Isola di Santo Stefano ci rimango male. Lì alla base del villaggio di solito si vede una pozza d’acqua di un azzurro intenso che spicca alla base dell’isola, ma arrivati al punto che attendevo niente azzurro scintillante. Già, è ormai sera, il sole è basso, evidentemente i colori non brillano più come di mattina e pomeriggio, avrò modo di rifarmi.

A causa del senso unico la strada per arrivare è  un tantino tortuosa, ma ala fine siamo piuttosto vicini al centro. L’appartamento è perfetto, camera matrimoniale, soggiorno e bagno con tanto di vasca, c’è tutto, sembra più  una casa abitabile che un appartamento per le vacanze, sono davvero sorpresa in positivo, molto. […]

DSCN5893.JPG[…]Intanto andiamo a fare un giro in centro e soprattutto a mangiare!

È proprio vero, in cinque minuti a piedi arriviamo in centro, ah la piazza, riconosco il posto, le bancarelle, i negozi ed eccola la nostra paposceria. Mi sono spostata perché pensavo di sentire il caldo che usciva dalla porta e invece dentro hanno il climatizzatore, è proprio caldo e basta. Quasi tutti i locali hanno tv o schermi fuori, son tutti a guardare la partita.

Facciamo una passeggiata e poi a casa. C’è un  gran caldo, non si resiste, meno male che c’è l’aria condizionata in  tutte le stanze l’accendiamo per dormire.

Il Duo ReA torna e lo fa in grande stile

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Duo ReA – Renata e Aura: samba. Foto: Marco Pasquini

Vi abbiamo fatto attendere, ma ne è valsa la pena, ne siamo sicure.

Abbiamo preparato abiti, coreografie, musiche e cercato l’occasione giusta per presentare i nostri nuovi lavori.

Un ritorno in grande stile quello del Duo ReA che non si è risparmiato nel dare al pubblico il meglio di sé.

Due sono state le occasioni per il debutto, entrambe sul teatro all’aperto nella Pineta Emilio Tarabella di Forte dei Marmi, teatro di molti interessanti eventi estivi.

La prima data è stata il 22 luglio 2016 in occasione dello spettacolo di beneficenza organizzato dall’Associazione Internazionale Padre Kolbe (AIPK) con la quale siamo state molto liete di collaborare.

Renata. Foto: Marco Pasquini

La seconda occasione è stata invece il 25 luglio 2016 in occasione dello spettacolo organizzato dal circolo culturale Festivalmare dedicato al vincitore, anzi alla vincitrice, della scorsa edizione dell’omonimo concorso canoro. La collaborazione con il Festivalmare dura ormai da diversi anni.

Aura. Foto: Marco Pasquini

Queste sono state le esibizioni sul palco, ma siamo andate oltre. Il Duo ReA non si accontenta di fare sempre le stesse cose, ama le novità, come potete intuire dagli abiti e dalle coreografie sempre nuove e originali.

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Duo ReA – Renata e Aura: festa hawaiana. Foto: Michele Ratti

Infatti, dopo il palco, è arrivato anche il campeggio, una festa hawaiana di tutto rispetto con due ballerine d’eccezione.

 

La festa a tema è stata organizzata da BeachFun . che ringraziamo per averci invitate. Il divertimento è stato tanto e il pubblico è rimasto entusiasta e lo ha dimostrato unendosi a noi nelle danze per il gran finale.

Ciao a tutti alla prossima volta!

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Duo ReA – Renata e Aura: backstage samba. Foto: Alessandro Rota

Foto di copertina: Marco Pasquini

 

13 marzo 2016 – Monte Altissimo

[…] Il tempo sembra piuttosto bello, ci vorrebbe qualcosa da mangiare, qualcosa di pronto da portare via. C’è il pane della mamma, che ci metto dentro? Idea, una frittata, che ridere, il pane con la frittata. La preparo mentre do una pulitina, tre uova, un paio di cucchiai di ricotta, sale e pepe. Zaini, panini, acqua, frutta e siamo a posto. Ah, non può mancare la cioccolata, quella ci vuole, è la scusa suprema per andare in montagna.

Dopo pochi metri in auto,  si accende una spia sul cruscotto, mai accaduto in ben tredici anni, la cosa mi inquieta un po’, pare non sia niente di tropo grave, potrebbe essere il catalizzatore che non funziona alla perfezione, proseguiamo.

Nel frattempo si è levato un gran vento, non è proprio l’ideale, comunque il piumino fa comodo.

La mia auto continua a darmi segnali inequivocabili, piccoli segni di cedimento, pochi giorni fa ho notato che la maniglia interna per chiuderla è per metà divelta, si è staccata una vite, ora, nel chiudere un finestrino, se sente un bel crock nell’ultimo giro della manovella. Me ne dovrò fare una ragione, prima o poi la dovrò cambiare, forse è ora.

Tratti ventosi e freddi e tratti al sole piuttosto caldi, arriviamo in cima e.. delusione! L’obiettivo era una vecchia cava dimessa, quasi sulla cima della montagna, avevo immaginato il masso su cui mi ero messa a prendere il sole qualche anno fa e invece, la cava è stata riattivata, il masso è stato spaccato e spostato e lì, nello spiazzo meta delle nostre fatiche, solo scaglie di marmo bianche e niente per sedersi.

Ci arrangiamo da una parte, un angolo in cemento dove sono i macchinari, ma non è la stessa cosa. Il panorama è meritevole, peccato la foschia che limita la visuale delle montagne, della pianura e del mare.

Torniamo all’auto con calma, a salire abbiamo impiegato poco più di due ore, a scendere non saprei, bene, comunque decisamente meno. Partiti di casa poco prima di mezzogiorno, siamo tornati verso le cinque e mezza. Stanca, molto stanca, ma felice.

Quando si inizia la salita, la meta sembra così lontana ed è in salita, quanta fatica ci aspetta, ma piano, piano, un passo alla volta, con calma, si arriva in cima. Ok, è decisamente una lezione di vita, quando si guarda a un obiettivo che sembra irraggiungibile, basta iniziare a fare un passo. La decisione di iniziare e la messa in pratica del primo piccolo gesto per dare il via alla salita, è sempre la più faticosa, ma una volta che si inizia, tenendo duro, si arriva all’obiettivo. […]

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