Dopo aver incontrato un primo cartello che indica una deviazione per Azzano, trovo l’indicazione di zona a traffico limitato a Riomagno, cavolo già qui? c’è scritto due chilometri, proseguo. Ecco adesso c’è la transenna e ci sono gli addetti al controllo, di qui non si passa. siamo in zona Desiata, dove immaginavo che fosse la delimitazione, meno male che non hanno deciso di metterla più giù. C’è uno spazio libero a lato della strada, parcheggio e subito dopo va via quello davanti a me. Mi metto le scarpe da ginnastica e inizio a camminare per la strada asfaltata, incontro il primo dei cartelli numerati, Cappello si chiama la zona dove devo scendere, non Castello, come avevano scritto sul blog dove ho trovato l’indicazione del percorso, in ogni caso è il numero 4.
Per la strada ci sono diverse piante di fico, quelle che hanno i fichi non ne hanno di mangiabili, sono ancora troppo piccoli, i rovi sono in fiore e per oggi niente more. La strada inizia a salire, cavolo se sale, mi faccio una gran sudata. Vedo in lontananza il quarto cartello, ci sono un paio di persone lì, lo raggiungo è questo, con il pennarello hanno lasciato una scritta inequivocabile: “È QUI !!!”.
Imbocco il sentiero, si percorre abbastanza bene, grazie alle indicazioni trovate riconosco la parte vicina ad un edificio diroccato dove bisogna salire e infine arrivo. Che spettacolo, che vista, una meraviglia, il Paradiso per davvero , e qui infatti l’hanno sempre chiamato così.
Quelle poche foto che avevo visto online, temevo che fossero state rese più belle e invece è proprio così, fantastico.
Quanta gente, sono quasi tutti giovanissimi, in acqua non c’è nessuno, sono tutti sui sassi. Io mi bagno, l’acqua diventa subito molto profonda, non mi inoltro, ma mi immergo fino a collo, ah com’è fredda, che spettacolo, dopo la gran sudata che ho fatto ci voleva proprio, una goduria e un refrigerio inenarrabili, gelida acqua di fiume. Mi guardano tutti in modo strano, piano piano qualcuno comincia a immergersi, ma poco dopo aver toccato l’acqua ne esce infreddolito. E quelli lassù come ci sono arrivati? Ci sono due ragazzi che camminano in cima alla roccia, dove inizia lo scivolo che porta giù il getto d’acqua che lo ha scavato dritto e ripido. dopo la rinfrescata, mi metto sull’asciugamano nell’angolo che mi sono conquistata e mangio.
Dopo non molto, i due saliti lassù, si sistemano all’inizio dello scivolo e e si tuffano nella pozza, ma non si grattano la schiena così? Magari la pietra è liscia, oppure l’acqua protegge dal contatto diretto, non ne ho idea, complimenti per il coraggio. Più tardi un intero gruppo di persone va via e si libera dello spazio, bravi, portate via tutto lo sporco, bottiglie e varie. Da qualche parte, un bicchierino di plastica, una forchetta, qualcuno ha lasciato anche delle scritte su delle pietre.
Abbiate rispetto, è un luogo di una bellezza disarmante, basta così poco per preservare tutto il suo fascino naturale e selvaggio.